–— Foto: Attilio Andriolo —
Chiamiamola dolce malinconia, riflessione o promessa, ma quella di Attilio Andriolo è una forma liberatoria dell’anima, un qualcosa che ti sta dentro e ti appartiene. Rubrica “Incontri” a cura del giornalista Salvino Cavallaro.
E non è un caso che per la sua forza di incidere anche sulle coscienze di ciascun lettore, è stata premiata al concorso dell’anno scorso dei “Poeti solo poeti poeti” di Sarzana, in provincia della ligure La Spezia. Un riconoscimento meritato per la sensibilità con la quale Andriolo esprime tutto il suo essere, attraverso il suo rapporto personale con l’amore che lo distingue anche nella vita di tutti i giorni. Già, perché l’amore, si sa, è in tutto ciò che ci circonda, è l’essenza della vita – e quel “Non amerò più, se volete” – è riferito a qualcosa che, nonostante i turbamenti personali che spesso inibiscono la parte più nobile di ognuno di noi, resta sempre significativo il donarsi agli altri per il bene. E’ un principio di vita che Andriolo ha ben chiaro in sé fin dalla sua nascita, dall’educazione ricevuta da una famiglia unita e ricca di valori che ha fatto in modo di incamminarlo sulla strada dell’altruismo. E così ha proseguito nel rapporto con gli altri, i compagni di scuola, gli amici, i parenti, che hanno condiviso anche i suoi momenti importanti come la laurea in medicina e il suo condurre la professione di medico chirurgo sempre attento al malato, ai suoi bisogni, sempre con quell’attenzione che giustifica una professione che per lui significa vocazione per una missione dedita agli altri. E se non è amore questo, che cos’è? E oggi, dopo tante cose buone fatte in carriera, continua questa sua missione nel trovare sempre qualcosa che possa essere al servizio degli altri, quasi fosse un’esigenza che si manifesta senza alcun interesse personale, ma con l’appagante senso di avere fatto il proprio dovere per aiutare i più bisognosi con senso di giustizia umana e civile. E per questo motivo egli continua a lottare con le unghie e coi denti, prova ne è che tra le altre innumerevoli cose fatte per il bene degli altri, Andriolo si spinge nella politica del lato buono e mai con quegli interessi personali che continuano a non appartenergli per onestà intellettuale. Milazzo è la città in cui vive e qui esprime tutto il suo impegno umano, sociale e civile per il miglioramento collettivo. Ed è notizia di questi giorni che il Dott. Andriolo in qualità di Coordinatore Territoriale di Cittadinanza Attiva (altro incarico intrattenuto tra mille altri di tipo culturale) in collaborazione con il Consigliere Comunale di “Adesso Milazzo” – Antonio Foti – sono state presentate due mozioni con le quali la Giunta Comunale si impegna ad istituire la figura del Garante Comunale a tutela dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e delle persone con disabilità. Un binomio, quello composto da Foti – Andriolo, che già in passato si è messo in evidenza per proposte politico – sociali a beneficio di Milazzo e di tutto il suo comprensorio. E se è vero che ci si intende spesso tra chi ha lo stesso idem sentire a beneficio della collettività, è altresì vero che tramite la Cittadinanza Attiva si possono fare tante cose senza l’accecante arrivismo al Potere. Si chiama altruismo, vuol dire metterci la faccia, significa rimboccarsi le maniche e lasciare in eredità la lotta fatta per una Milazzo migliore.
Salvino Cavallaro